lunedì 19 novembre 2007

IN MACCHINA di Emiliano Abundo


Mi ritrovo come sempre, ancora oggi nonostante tutto a viaggiare con la mente, e succede sempre nello stesso modo, mentre guido.

Quando faccio strade conosciute la mente parte e la macchina incomincia una gara, gira su un circuito stabilito dal tempo e i miei pensieri vanno indietro, per poi ritrovarsi nello stesso punto. Tutte le volte è doloroso, tutte le volte fa male, col tempo ho capito che ci si abitua a tutto anche al dolore, ma ai ricordi no, i ricordi ti assalgono sempre con la stessa forza, e come se ti entrassero dentro dal petto tanto fanno male, è difficile pensare che invece erano già li, nella tua testa.

Oggi come ieri e come sempre, la macchina va, strade semafori incroci, tutte tappe, luoghi reali che nella mente sono ricordi precisi, come il semaforo dove tutto questo è iniziato. L’ho vista e dal primo momento è riuscita a capirmi come nessuno mai, con uno sguardo, mi guardava con il sorriso più triste che avessi mai visto, come fosse una lacrima trasferita sulla bocca. L’ho amata, e forse ancora l’amo.

L’ho amata nonostante non fossi sicuro del suo amore, sembrava che potesse provare soltanto tristezza. Non ha mai detto di amarmi e nemmeno io a lei, non diceva niente mi guardava e mi sorrideva, e io l’amavo, più di ogni cosa al mondo, avrei fatto di tutto per quel sorriso, ma poi tutto è finito, il semaforo si è fatto verde e noi siamo ripartiti ognuno con la sua macchina, ognuno per la sua strada.

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