mercoledì 28 gennaio 2009

MAGARI DIO HA MANGIATO SUA MADRE di Marco Baldini


Sono 48 anni che la gente mi guarda e fa smorfie. A volte ride. Lo preferisco, perché almeno li faccio felici. Però, cioè, non è che mi fa piacere eh.
Sono brutto. Peso 152 kg, c’ho i buchi in faccia per l’acne, sudo come una spugna pure se ci stanno 2° C (mi si fanno i ghiacciolini a volte) e puzzo come un porco.
La gente reagisce sempre così quando mi vede: sbarra gli occhi, alza un sopracciglio, si volta davanti se non c’è nessuno vicino o verso l’amico se è in compagnia, oppure sghignazza o scuote la testa.
Cioè, non sono mica un mostro io. Però c’ho fatto l’abitudine ormai. Io a me mi piaccio eh, mica no. Sono pur sempre una creatura di Dio, perciò sono bello lo stesso. Mica Dio può creare qualcosa che è brutto, cioè, non è proprio possibile.
Però a volte mi sono chiesto se per caso, ma per caso eh, a Dio non Gli piaccio. Mi sono immaginato se Dio mi vede e mi ride in faccia pure Lui, cioè, come la prenderei io?
Forse me ne fregherei pure di Lui, tanto c’ho fatto l’abitudine ormai. Io a me mi piaccio comunque, eh.
Però, cioè, è strano. Dio mi ha creato e poi neanche Gli piaccio? Ma è scemo mica? Quindi Gli piaccio per forza, mica è scemo Dio.
Però pure i preti mi guardano strano quando mi vado a confessare. Anzi, neanche me li fanno dire i peccati a me, e manco l’Atto di Dolore, mi assolvono subito subito. Per carità, a me mi fa pure comodo, mi vergogno a dire certe cose a quelle brave persone. E poi va a finire che non mi vogliono confessare proprio più.
I preti secondo me fanno così perché gli faccio pena. Pensano tipo “Pover’uomo, c’ha tutte quelle disgrazie, santo cielo, lo assolvo subito subito, tanto uno così sfortunato non ci può avere troppi peccati sulla coscienza”. Secondo me fanno così, però non me lo dicono perché va a finire che poi li accusano di fare le preferenze e non va bene, perché gli uomini sono tutti uguali eh, anche se davanti ad alcuni di loro la gente storce il naso. Pure i preti, ma loro lo fanno perché si dispiacciono, mica perché gli fanno schifo.
Però mia madre era diversa. Lei mi sorrideva sempre, pure quando mi facevo la cacca addosso perché non facevo in tempo ad arrivare al cesso. Anche quando scorreggiavo durante la cena o quando c’erano ospiti.
Anche quando l’ho uccisa, sorrideva.
Sì, mia madre l’ho uccisa. Però non l’ho fatto apposta, giuro.
Gli volevo fare uno scherzo, uno scherzetto scemo, così, per ridere. Gli avevo messo una polverina piccante nella minestra, così, per ridere eh, e lei le cose piccanti non le poteva mangiare.
Gli pigliò un colpo, mentre mi sorrideva. Uno shock profilattico, o come si chiamava quella cosa brutta, e cascò con la faccia nella minestra.
Io pensavo che si voleva vendicare dello scherzo e me ne voleva fare uno pure lei. Voleva fingere che era schiattata. E io ridevo pure io per lo scherzo.
Però non l’alzava, la testa, non si muoveva più. E allora ho capito che era morta veramente. Ma io che ne sapevo che se mangiava la minestra crepava? Io volevo solo farla ridere un po’!
Mi sono spaventato. Ho pensato che mi mandavano in galera, dicevano “Ha ucciso la madre, povera donna, che figlio scapestrato!” e cose così. E allora non dovevo far sapere a nessuno che era morta, lei.
Non era difficile perché tanto vivevamo da soli. Papà non l’ho mai conosciuto, io, ci ha lasciati appena seppe che era incinta di me. Quindi la prima cosa che mi era venuta in mente per nasconderla era la cosa che meglio sapevo fare.
La mangiai, pezzo pezzo. Tanto non avevo ancora pranzato. Era buona, sapeva di carne come quella degli animali, lei. E la mangiai tutta, tanto era magra, mica era come me.
Le ossa invece le buttai, mica me le potevo mangiare quelle. E a tutti dissi che era partita e che mi aveva lasciato solo, tanto lavoravo come impiegato.
Però a me mi è dispiaciuto che l’ho uccisa. E non l’ho potuto manco confessare ai preti perché mi assolvevano subito subito.
A volte penso che a Dio non gli piaccio. L’ho già detto, lo so, però quando mi viene in mente mamma ci ripenso sempre. Forse Dio me l’ha lasciata mangiare perché così avevo qualcosa di bello in corpo. Qualcosa con un bel sorriso sopra.
Chi lo sa se ho mangiato pure la sua anima o se Dio se l’è presa prima di me. A me mi sarebbe piaciuto che restava con me.Così almeno mi sentivo meno solo, io.

9 commenti:

Polpette Volanti ha detto...

complimenti, per me questo racconto è il più bello. è quello che ho sentito di più e fra disagio e tenerezza mi ha condotto a votare per lui

right Na Na NA NA Nah.

Anonimo ha detto...

Volevo farti i miei complimenti
...Hai scritto un racconto polivalente, che può essere letto da tantissimi punti di vista i quali cambiano parecchio a seconda di chi lo legge. Non credo sia per niente facile riuscire ad introdurre delle tematiche del genere con un racconto così apparentemente bizzarro... Magnifica l'idea di scriverlo in maniera sgrammaticata.

Ecco stavolta sono riuscito a trovare le parole per descrivere il racconto. Ottimo lavoro.

KacosPhonìquo ha detto...

Mi hai fatto sentire solo & sei persino riuscito a farmelo piacere, voto tuo.

Anonimo ha detto...

Ogni volta che lo leggo cambia quello che capisco.
Un racconto perfetto.

Anonimo ha detto...

il racconto + scorrevole e simpatico anche grazie alla scelta dello scrivere un po' sgrammaticato e in modo diretto mi ha colpito abbastanza per meritare il mio voto

Anonimo ha detto...

Il migliore fra tutti quelli scritti, ottima la scelta dello scrivere sgrammaticato, le tematiche inserite sono ottime, e il modo in cui sono espresse..è ...indescrivibile.
Bravo. Il voto è tuo.

Anonimo ha detto...

molto carino!hai scelto anche un argomento difficile,ma sei comunque riuscito a trasmettere alla perfezione i messaggi,soprattutto in modo originale!complimenti!secondo me è il lavoro migliore!

marcosmorra ha detto...

non direi il "migliore", perchè non siamo in gara; mai "l'arte" dovrebbe esserlo. ma il tuo racconto è davvero "notevole".

Anonimo ha detto...

Grazie a tutti per i commenti, i voti e, ancor di più, per la lettura. Felice che questo mio piccolo ritaglio d'anima sia piaciuto.

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